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Giulio GRILLETTA - Crotone Due Navi una Città

Medico, giornalista e membro dell'Associazione Medici Scrittori Italiani, Giulio GRILLETTA è nato a Crotone nel 1953. Nel 2003 esce il suo saggio "KR 40-43 - Cronache di guerra", pubblicato dalla casa editrice Pellegrini col patrocinio del comune di Crotone. Questa nuova opera dell'autore narra la storia del vecchio posamine Crotone, trasformato nel 1950-51 in nave scuola della fondazione Garaventa di Genova, e del moderno cacciamine Crotone, da lui visitato nella base navale di La Spezia. Insieme agli aspetti più specificamente tecnici e militari, l'Autore da ampio risalto a valori sociali e umani connessi all'impiego delle due navi e fornisce informazioni storiche, turistiche, culturali e socioeconomiche sulla città capoluogo e sul suo territorio provinciale. Ne risulta, complessivamente, un modo gradevole e innovativo di saldare terra e mare e di promuovere attraverso il nome Crotone, scelto dalla Marina per le due unità, l'immagine inconfondibile di un lembo di Calabria che affonda le sue radici nel cuore antico e sapiente della Magna Grecia.

ISDN 88-95030-02-8    Codice libro 9 788895 030029

Finalmente ci ha pensato il dottor Giulio Grilletta, medico e storico per passione, a risolvere la leggenda che per circa sessant’anni ci hanno propinata i nostri vecchi. Si tratta di un evento bellico, avvolto nel fumo e nella polvere dei bombardamenti di Crotone dell’estate del ’41, in cui una fortezza volante angloamericana cadde nel nostro mare, nei pressi di Capocolonna. Fino a prima del 18 ottobre scorso, giorno in cui il dott. Grilletta ha presentato il suo “KR 40-43, Cronache di guerra” al Bastione Toledo, la storia orale dei nostri padri e dei nostri nonni ci aveva tramandato di quel fatto il prodigio di un aviatore inglese che, abbacinato dalla luce intensissima scaturita in cielo da una figura di donna meravigliosa, aveva perso il controllo del suo velivolo precipitando al largo di Capo Nau. Accorsa una gran folla al palazzo del Podestà, dove i tre membri dell’equipaggio erano stati tratti prigionieri, si doveva poi apprendere che la donna dell’apparizione era ammantata d’azzurro. Da qui il miracolo, passato di bocca in bocca nei decenni a venire, del benevolo intervento della Madonna di Capocolonna a favore dei suoi protetti e contro le bombe inglesi che mandava in gran numero tra le onde. Tutto qui; e sui testi scolastici non potevamo trovare niente di più. Ora, però, è arrivato il libro di Giulio Grilletta (corredato di foto in bianco e nero provenienti da collezioni private e dagli archivi storici di mezzo mondo) a sfatare il mito della grazia.
Era l’11 agosto 1941 quando una squadriglia di bombardieri della “Raf Squadron 105” anglo-canadese di stanza a Malta, fa la sua incursione sul crotonese colpendo però Torre Melissa. Molti gli ordigni che finiscono in mare; e questo è uno degli elementi che collima col racconto popolare. L’altro è che uno dei Bristol Blenheim IV, armato di micidiali mitragliatrici Browning da 7,7 mm, cade a Crotone. E, infine, che tre sono gli operatori recuperati dal bombardiere. Sul luogo dell’ammaraggio si reca il capitano di fregata Pio Valdombrini che, verosimilmente, li porta davanti al podestà, Nicola Morace, per essere interrogati. Gli storici Grilletta e Scott non dicono di alcun miracolo riguardo a quell’evento, ma molto dell’efficienza delle nostre batterie antiaeree: dai cannoni del Bastione don Pedro ai Dicat (Difesa Contraerea Territoriale), alle casematte disseminate lungo la costa, al treno armato nella stazione di Crotone. I tre piloti, consegnati ai tedeschi, finiscono in uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) di Livorno: questo sì, un luogo mitico che ispirò il film di John Sturges “La grande Fuga”, e che costò la vita a 50 di quei detenuti il cui unico imperativo era la libertà, per ritornare a combattere. Questi fatti, se da un lato arricchiscono la verità storica, tolgono dall’altro qualcosa alla tradizione folcloristica del nostro De Bello calabrico. Ma tant’è, neppure il freddo dato storico riesce a diminuire il fascino di quegli avvenimenti ancorché luttuosi.
Il lutto, appunto, colpisce la città di Crotone il 1° settembre del ’41: data in cui i raid aerei su Montecatini, Pertusola e zona del porto lasciano sul terreno 13 morti. Nove sono gli operai, due i marittimi, una la levatrice (Anania Maria Nicoletta), un avventore. Il 4 settembre successivo, l’aerofono a doppia parabola (apparecchio rudimentale di captazione dei motori aerei – non avevamo il radar) ridà fiato alle sirene e questa volta viene affondata una nave mercantile. Ma le bombe cadono anche nelle proprietà Pugliese e Di Bartolo, in via Poggioreale, in via Tellini, in viale Gramsci e su una parte della cinta muraria del Castello di Carlo V. Crotone sarà citata 18 volte nei bollettini di guerra dell’epoca, e intanto imperversa la morìa da anòfele della malaria, la disoccupazione, la denutrizione da razionamento dei viveri.
Stuart R. Scott, lo storico della Raf che l’ambasciatore Grisdale fece conoscere nel ’99 al Grilletta, ci dirà che l’obiettivo dei bombardieri Begimming, dei Blenheim, dei quadrimotori Lancaster che da Malta facevano la spola col loro carico di bombe, non era la popolazione civile, bensì la produzione di acido nitrico e nitrati impiegati dall’industria bellica nella fabbricazione di esplosivi, oltre che gli approvvigionamenti dei mercantili nemici nel bacino del Mediterraneo. E’ una carneficina anche per loro: suo zio, George Stuart Bastin (del quale ci mostra una foto), anche lui un pilota della “Raf Squadron 105”, morirà in una missione sul golfo della Sirte. Lo stato maggiore Alleato disse allora che: “un aereo caduto per ogni nave affondata era un sacrificio accettabile” (relazione di S.R. Scott). Per la regola della par condicio, viene ricordato anche il capitano Mario Ciliberto, comandante del sottomarino Foca, incappato in uno sbarramento di mine antisommergibile al largo della Palestina. Queste scarne notizie, citate a memoria, ve le offriamo con beneficio d’inventario. Molto più avvincente è la lettura del libro, perché tante sono le informazioni sulla nostra storia locale dei primi anni ’40, le foto di luoghi e persone, le testimonianze dei reduci, le curiosità dell’archeologia militare, ecc…
E’ proprio un gentiluomo inglese, questo Stuart R. Scott di Glasgow che, in un italiano impacciato ma efficace, ci dice d’essersi recato in compagnia dell’amico Grilletta al cimitero di Crotone, a ricordarci che esistono 13 morti seppelliti nella nostra memoria. Lui ha voluto vederli, conoscere i volti delle vittime di una guerra insensata e dell’azione incolpevole dei suoi connazionali.
La prossima festa di Ognissanti è una buona occasione per non dimenticare, affinché “non ci siano più guerre fratricide”, secondo l’espressione unanime del dott. Grilletta, del suo amico inglese e del sindaco di Glasgow, lady Councillon Liz Cameron, di cui Scott ha recato un messaggio d’amicizia e di simpatia per una rinnovata alleanza con la città di Crotone.